Da assai tempo avevo pensato di scrivere i miei ricordi di guerra, ma appena mi ci provavo ne desistevo subito domandandomi: Perchè scrivo e per chi? Tutti i miei sanno, delle narrazioni fatte più volte, gli episodi salienti della mia breve campagna: agli altri nulla o ben poco può interessare.
Ma oggi lo scopo c'è.
Desidero che Mario un giorno, quando potrà comprenderle, legga queste pagine e le conservi. E poi se avessi tardato oltre, molti degli episodi che oggi posso narrare mi sarebbero sfuggiti, come ora ho solo un vago ricordo di tanti piccoli fatti, forse assai interessanti, che non furono fermati a tempo.
Per queste ragioni ho scritto queste pagine e a Mario le ho dedicate. Ma non posso non dire qui, al mio bimbo, che a un Altro avrei potuto e forse dovuto offrirle.
A"Nonno Turno" che nel ricordo garibaldino sentì gli entusiasmi e le ansie della nostra guerra;che, quando partimmo, pianse solo nell'anima tutte le sue lacrime mentre a noi dette incoraggiamenti e consigli. Ma la sua fibra, nell'angosciosa attesa, rimase irreparabilmente scossa. Povero Babbo! Quando ferito , ritornai a Livorno, volle per primo ricevermi alla stazione: mi ricordo che mi sostenne Egli stesso fino all'ambulanza. Potrò mai dimenticarmi il pallore del Suo viso in quella notte e le Sue lacrime silenziose?
Oh certo Egli è morto un po' anche per noi!
Tenente ENRICO MARTOLINI
97° Fanteria
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